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10 cose da sapere sui diamanti

10 cose da sapere sui diamanti. Scopri i segreti del nostro lavoro. Ti sveliamo le informazioni tecniche che ti potrebbero essere utili

a cura di “Gioielleria Rolla”

 

Quali sono i diamanti sintetici più comuni?

É dalla notte dei tempi che si cerca di creare un cristallo in laboratorio che abbia le stesse caratteristiche del diamante, ma che possa essere prodotto ad un costo più basso.

I materiali più famosi forgiati a questo scopo sono la cubic zirconia, lo zircone e la moissanite.

«La cubic zirconia è una pietra completamente artificiale, è stata creata in laboratorio e non ha nessuna caratteristica simile a nessun altra pietra naturale. E’ stato creato le prime volte il laboratorio verso la fine del ‘800 ma ha cominciato ad essere prodotto attorno agli anni ’60.».

«La moissanite è un raro minerale il cui reticolo cristallino è formato da un numero uguale di atomi di silicio e di carbonio, per cui corrisponde alla formula SiC. La versione artificiale è chiamata carburo di silicio ed è utilizzata come abrasivo, come materiale nell’elettronica di potenza, come guida scorrifilo negli anelli delle canne da pesca, e come gemma in gioielleria. In gioielleria per questioni commerciali si utilizza comunque il termine moissanite».

«Lo Zircone invece è una pietra naturale ed è un po’ improbabile che venga esposto nelle gioiellerie, ma in passato è stato uno dei protagonisti più importanti dei gioielli che volessero imitare i più costosi, montati con diamanti veri. Nasce in tantissimi colori naturali, tra cui il trasparente ma quelli più richiesti erano in azzurro e trasparente (che meglio imitava i brillanti). Non ha particolari inclusioni visibili ad occhio nudo. Non è molto dura, sulla scala di Mohs ha una durezza di 6.5 – 7.5, il che richiede una particolare cura e attenzione nel maneggiarla».

Queste pietre imitano il diamante ma nessuna delle due ne ha finora equiparato le caratteristiche. Se cercate una pietra naturale meno costosa del diamante ma che possa sostituirlo in maniera dignitosa meglio considerare degli zaffiri, dei zirconi o dei topazi incolori.

Anche se un gioielliere avrà difficoltà ad ammetterlo, la maggior parte delle persone non è in grado di capire la differenza tra una moissanite e un diamante, nonostante ci siano alcune differenze significative tra i due materiali. La moissanite è in realtà molto più rara dei diamanti. Il minerale è stato scoperto nel 1893 da Henri Moissan (per questo si chiama così). Ma dal 1998 c’è anche la gemma sintetica chiamata allo stesso modo moissanite, che ha una qualità accettabile, grazie a un processo messo a punto da Charles & Colvard.

Il diamante è una pietra rara?

No, ce n’è in quantità tale che se ne potrebbe lastricare una strada, ma l’immissione delle pietre sul mercato è controllata, e l’estrazione comporta costi ingenti.

Il diamante si forma a partire da una profondità di circa 120-150 km, in presenza di elevati livelli di calore e pressione, anche se talvolta tramite camini vulcanici capiti che salga spontaneamente anche fino alla superficie.

Qual è la differenza tra diamante e brillante?

La dicitura “brillante” indica il taglio del diamante, tondo e sfaccettato, studiato per ottenere il massimo della rifrazione interna e quindi della luce riflessa dalla pietra.

Parlando di diamanti, la forma più nota è quella rotonda, cosiddetta a “brillante”; la comune associazione del termine “brillante” alla pietra “diamante” deriva dal suo tipico stile di taglio con molte faccette (57 nel taglio rotondo) che ne assicura la massima brillantezza.

Taglio rotondo a brillante:

Il taglio del diamante viene definito secondo i seguenti criteri: FORMA: rotondo, ovale, a goccia, quadrato etc.

STILE:  brillante oppure a gradini, a rosa, misto. QUALITA’: dipende dalla valutazione delle proporzioni, della simmetria e della cosiddetta “politura”.

La brillantezza di un diamante dipende principalmente dal suo taglio: maggiore è l’accuratezza del taglio secondo le proporzioni ideali, maggiore sarà la lucentezza della pietra.

Un taglio ideale infatti permette la totale riflessione interna e quindi la massima emissione di luce attraverso la corona.

Si definisce brillantezza l’ammontare di luce che la pietra è capace di trasmettere all’occhio dell’osservatore. La luce trasmessa dalla gemma è infatti il risultato della rifrazione e riflessione interna dei raggi penetranti che, guidati nel loro percorso ottico dalla angolazione delle faccette, ritornano indietro emessi dalla corona.

Proporzioni con  lo scopo di ottenere il massimo della brillantezza sono stati studiati tagli a brillante con diverse proporzioni, tra cui ricordiamo il taglio Tolkowsky che più si avvicina alle proporzioni ideali.

La classificazione del taglio si basa sullo scostamento rispetto a tali proporzioni. I dati fondamentali per giudicare la bontà di un taglio si ottengono misurando l’altezza della corona e del padiglione, lo spessore della cintura e l’estensione della tavola.

Queste misure, rapportate come percentuale, al diametro medio della cintura ne danno una rappresentazione matematica che ne permette una facile valutazione.

La determinazione delle proporzioni per il taglio rotondo a brillante vengono effettuate con il proporziometro, uno strumento ottico ideato a tale scopo.

Simmetria La simmetria di una pietra valuta il posizionamento degli elementi di taglio quali le faccette, l’apice e la specularità tra una metà e l’altra della pietra.

Una analisi visiva della pietra può evidenziare tipi di asimmetrie come la presenza di apice scentrato rispetto il centro della tavola oppure un diverso dimensionamento delle faccette. L’analisi della simmetria, come quella delle proporzioni, influisce sulla valutazione del taglio.

Politura. Con il termine politura si intende la lucidatura delle faccette della pietra. La presenza di scalfitture e solchi sono indice di una cattiva finitura. L’analisi della politura è quindi un elemento che influisce sulla valutazione del taglio della pietra.

 

Quanto costa un diamante da investimento?

Ogni giovedì a New York viene pubblicato il listino Rapaport Diamond Report, che riporta i prezzi dei diamanti distinti per categorie, e classificati a seconda del taglio, del colore, della purezza e del peso, ossia le celebri 4C: cut, carat, color, clarity.

La sua consultazione è riservata ai soli addetti ai lavori accreditati dal sistema. Questi prezzi costituiscono la base delle trattative, nel senso che fanno da riferimento per stabilire il prezzo di partenza della contrattazione di una pietra. Ne deriva che difficilmente il cliente di una gioielleria o di una banca avrà la possibilità di conoscere le reali quotazioni riportate sul Rapaport.

 

Come si pulisce un diamante?

I diamanti amano il grasso, ne sono attratti e di conseguenza se utilizzati spesso necessitano di qualche accorgimento per recuperare luncentezza. Come? La pulizia del diamante può essere effettuata in maniera semplice e casalinga, utilizzando del comune detersivo per stoviglie, acqua tiepida e una piccola spazzola.

 

Qual è il colore migliore del diamante?

Si parla di Bianco Eccezionale – Bianco Extra ma si intende “incolore”, il migliore é classificato come D color. La scala degrada di lettera in lettera fino alla Z, via via che aumenta di intensità la sfumature di giallo della pietra.

A partire da una certa intensità di giallo (M color), il diamante non è più considerato bianco con sfumatura, ma diventa un “fancy color”, con conseguente diversa scala di indicazione del valore.

 

Chi può certificare un diamante?

I certificati rilasciati da un gemmologo autorizzato dagli istituti GIA – IGI e HRD sono riconosciuti a livello internazionale come più attendibili, in quanto si tratta di istituti che si attengono a norme di valutazione molto rigide e severe. Oltre al certificato, le pietre spesso recano anche un codice identificativo, impresso su un lato tramite laser. La gioielleria Rolla rilascia certificazioni perchè autorizzati dall’International Gemlolgical Institute (IGI)

 

Come scegliere un diamante puro?

Un diamante senza difetti significa che non ha inclusioni, ne’ fratture o scalfitture.
I diamanti sono classificati tramite lente a 10x di ingrandimento. i gradi di “purezza” partono da Internally Flawless, cioè completamente privo di macchie e inclusioni fino a I3, che è il grado assegnato ai diamanti i cui difetti sono visibili anche ad occhio nudo.

I gradi denominati VS e VVS (consigliati) denotano una qualità eccellente, mentre gli SI1 e SI2 potrebbero sembrare più convenienti, in quanto possiedono difetti non visibili ad occhio nudo, ma solo tramite lente diingrandimento.

Che valore ha un diamante nero?

Dal punto di vista qualitativo si tratta di un diamante talmente pieno di inclusioni da aver perso completamente o quasi la sua trasparenza. Ne deriva che il valore del diamante nero sia sostanzialmente più basso di quello incolore, ma può succedere che per una questione di tendenze moda o di importanza del brand lo si trovi anche ad un costo elevato. Vengono utilizzati soprattutto per i gioielli da uomo.

 

Quali sono i tagli dei diamanti più ricercati?

Oltre al cosiddetto taglio brillante, i più famosi e ricercati sono il Taglio a Cuscino, il Taglio a Goccia, il Taglio Smeraldo, il Taglio Princess o quadrato, il Taglio a Cuore, il Taglio Baguette e il taglio Marquise.

www.gioielleriarolla.it 

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