Gemme e pietre preziose

La pietra di luna

La pietra di luna o adularia è una pietra lavica e il suo sistema cristallino è monoclino. Appartiene alla famiglia dei feldspati come l’ossidiana, è un silicato di potassio e alluminio. Semitrasparente e traslucida, presenta un colore variabile: blu con riflessi chiari, dal bianco al grigio perlaceo con una lucentezza morbida e argentea che richiama il chiarore lunare e questo particolare effetto ottico è chiamato adularescenza. Tale effetto ottico produce l’illusione della presenza di una luminescenza sotto la superficie del cristallo. Questa appare muovendo la pietra dalla superficie curva, ricordando l’effetto del riflesso della luna sulla superficie di un lago. L’adularescenza può essere bianca o, meno ricorrente, bluastra o arancione.

Singolare e affascinante, la Pietra di Luna presenta un magnifico riflesso madreperlaceo, bianco o azzurro, che ricorda la luce dell’astro notturno. La Pietra di Luna è chiamata anche Adularia, e questo effetto, in cui eccelle fra le gemme, è chiamato quindi adularescenza. Per sua natura è sempre stata associata alla luna, al femminile e al mistero dei sogni e dell’inconscio. La Pietra di Luna è la gemma ideale per chi voglia esplorare le dimensioni spirituali senza rinunciare alla razionalità.

Attenzione a non confonderla con la labradorite bianca, detta anche rainbow stone, che ha riflessi azzurri ma non presenta questo fenomeno ottico. Appartiene alla classe minerale dei tettosilicati, famiglia dei feldspati.

 

Veniva usata dagli antichi per catturare l’energia lunare. Nell’antica India – ma anche nell’Impero Romano – si credeva che la pietra avesse origine da raggi lunari che avevano colpito la roccia. Significativamente, il nome della pietra, in lingua hindi, è chandrakant, che vuol dire amato (kant) dalla luna (chandra). La pietra è sempre stata collegata all’universo femminile e in particolare alla chiaroveggenza. Raccontano le leggende che, in tempi lontani, indovini vestiti da donna tenessero in bocca una pietra di luna per poter vedere il futuro

 

Come indica il nome, la pietra di luna è tradizionalmente associata alla luna e alle energie femminili della Grande Madre, lo spirito femminile dell’Universo. I popoli antichi attribuivano svariate virtù a questa gemma, tra le quali quella di favorire i naviganti e salvare dalle tempeste. In varie parti del mondo è considerata una pietra portafortuna e in India viene indossata solo su stoffe tinte di giallo, che è il colore sacro.

 

E’ considerata una delle pietre migliori per combattere l’insonnia e i disturbi del sonno. Viene usata in cristalloterapia, non a caso, come strumento per ribilanciare i cicli ormonali, apportando quiete e calma, soprattutto al macinio della mente.

La pietra di luna, o adularia, appartiene alla famiglia dei feldspati ed è un silicato di potassio e alluminio.

Appartiene alla classe minerale dei tettosilicati, famiglia dei feldspati.
e la sua formula chimica è K[AlSi3O8] + Na, Fe, Ba.

 

In cristalloterapia la pietra di luna è ampiamente utilizzata perché ritenuta efficace in varie situazioni. Alla portata di tutte le tasche, è bella esteticamente e facilmente reperibile.

 

Ciononostante, “pietra di luna” non è il nome di una specie di minerale ma solo l’appellativo commerciale dato alle gemme (nella stragrande maggioranza dei casi cabochon) ottenute da alcuni minerali del gruppo dei feldspati: ortoclasio, adularia, albite.  Anche l’opale presenta questo effetto di diffrazione della luce detto adularescenza e nel suo caso viene chiamato “arlecchinamento” e consiste nella mutazione dei colori delle chiazze iridescenti, rendendo alcuni cristalli color arlecchino, appunto.

Come indica il nome, la pietra di luna è tradizionalmente associata alla luna e alle energie femminili della Grande Madre, lo spirito femminile dell’Universo. I popoli antichi attribuivano svariate virtù a questa gemma, tra le quali quella di favorire i naviganti e salvare dalle tempeste. In varie parti del mondo è considerata una pietra portafortuna e in India viene indossata solo su stoffe tinte di giallo, che è il colore sacro.

 

Facile da reperire ai mercatini o online a prezzi più che ragionevoli, la pietra di luna si trova in diverse qualità e dimensioni. Come detto, si presenta bianca, blu e arancione: la bianca è la qualità più comune e più economica, mentre la blu è più rara e ha un costo superiore. Viene commercializzata quasi esclusivamente in taglio cabochon e proviene generalmente dallo Sri Lanka e dal Myanmar.

 

Sempre per queste sue caratteristiche è spesso usata per aumentare la fertilità delle donne e per combattere specifici disturbi della sfera alimentare tipici delle donne con energia sbilanciata: tendenza all’anoressia, alla bulimia, all’iperfagia. Si tratta di una pietra adatta a bilanciare l’energia femminile e calmare quella maschile. In ultimo, la pietra di luna aiuterebbe a sollecitare la capacità intuitiva, spesso schiacciata da quella razionale e da quella percettiva.

 

La luna è notoriamente riconosciuta come uno dei principali archetipi femminili, rappresentazione della metà femminea, acquatica e tellurica al contempo, della realtà. In un’epoca come questa in cui i poli di genere sono evidentemente sbilanciati, si dice che la pietra di luna sia di forte aiuto, specie per aiutare gli uomini a facilitare i rapporti col loro lato femminile e le relazioni con le donne accanto a loro.

Il segno zodiacale al quale la pietra di luna è associata è quello della Vergine.

A livello fisico è collegata all’ equilibrio di specifici organi interni: milza, pancreas, fegato e stomaco; in generale a tutto il sistema digestivo e quello linfatico.

Pulizia e ricarica. Qualche minuto sotto un filo di acqua corrente (no immersione prolungata in acqua) e poi va ben asciugata; in alternativa, interventi Reiki o con fiamma viola o riposo su una famiglia di ametista o di cristallo di rocca; bagni di sole (no luce diretta) e di luna ne rigenerano la vitalità. Quando la pietra di luna avrà ceduto tutto il potenziale energetico di cui dispone diverrà fragile e si romperà; a quel punto è opportuno riconsegnarla alla natura, liberandola in mare o in un corso d’acqua.

 

 

Back to list

Lascia un commento