La storia della Filigrana Sarda
La Filigrana Sarda ha origini antichissime, si è scoperto infatti, che questa tecnica di lavorazione dei gioielli risalga addirittura al III Millennio a.C. inizialmente nata in Asia minore in seguito diffusa in tutto il mondo oriente compreso.
Il nome filigrana racchiude il concetto stesso di questo tipo di lavorazione, tramandato nei secoli e ancora di moda nella gioielleria: filigrana, da filo e grana, rispettivamente filum e granum in latino. Questi sono i due elementi alla base dei gioielli sardi di questo tipo, assimilabili a veri e propri lavori di cucito e traforo con fili metallici e preziosi, come l’oro e l’argento.
Questi sono i due elementi alla base dei gioielli sardi di questo tipo, assimilabili a veri e propri lavori di cucito e traforo con fili metallici e preziosi, come l’oro e l’argento.
Senza macchine, la produzione di filo per lavori in filigrana deve essere stata un grosso problema per gli antichi artigiani. Ci sono varie ipotesi circa il metodo di produzione del filo; tuttavia esse concordano nel ritenere che il primo passo fosse quello di staccare delle striscioline dai fogli di metallo usando un utensile tagliente. Incerto è il metodo utilizzato per trasformare queste striscioline in filo: alcuni esperti affermano che le strisce venivano rese tonde martellandole. Questo metodo, se plausibile per la lavorazione di barre o grossi fili, non è però valido per produrre gli esilissimi fili che il lavoro in filigrana richiede. Il metodo più probabile sembra invece quello secondo cui il filo veniva tirato attraverso filiere non molto diverse da quelle usate dagli artigiani di oggi, utilizzando grani forati di pietra dura.
Si dice che fossero le janas, le fate sarde, a tessere il filo d’oro al chiaro di luna grazie ai loro telai incantati. Negli anni poi l’aggiunta di pietre preziose, coralli e ossidiane ha conferito alle filigrane poteri speciali e specifici per ogni pietra, come la protezione dal malocchio, la fortuna, la protezione del divino o, altre volte, una connessione diretta con gli elementi naturali. Oggi l’arte della filigrana è praticata con successo solo dai maestri orafi più abili: il loro percorso di formazione include non solo l’apprendimento delle tecniche pratiche ma anche la conoscenza della storia e delle tradizioni locali, indispensabile per riprodurre fedelmente gli antichi gioielli della tradizione che possiamo ancora ammirare nei negozi e durante le feste tradizionali.
Ogni gioiello ha una storia. Oltre al piacere estetico, la filigrana racchiude e tramanda un significato en preciso che serve a tramandare la cultura dell nostra terra.
Per esempio le famose Fedi sarde, anelli di fidanzamento, che vengono ancora oggi utilizzati per celebrare un
sodalizio amoroso, un’unione eterna. Il costume voleva che fosse la madre a regalare alla figlia la propria fede sarda, in modo che possa passare di mano in mano anzi, di dito in dito, tra le future generazioni della famiglia. Ma c’era anche l’usanza che fosse l’uomo a regalare questo anello
(rappresentazione simbolica del grano) col quale dichiarasse oltre che al proprio amore, la sua posizione sociale dichiarando per l’appunto il suo grano. La stessa similitudine è oggi espressa quando si regala il solitario, l’anello con il diamante, che oggi simboleggia “la grana”, cioè il potenziale di possedimento, di ricchezza dell’uomo. Un gesto che se pur con un oggetto diverso segue la tradizione di rincuorare l’amata e le famiglie, che la coppia sta iniziando la sua vita amorosa in solidità economica.